Il grande squilibrio - l'emergenza climatica raccontata a fumetti
Compendio dei fatti e delle interpretazioni
(aggiornamento: maggio 2022)
- Si misura rilevando la temperatura della superficie del pianeta, sia sulle terre emerse sia sugli oceani. Il rilevamento è effettuato mediante stazioni fisse e galleggianti, oltre che da satellite. Ciò che conta è la media annua di tutte le temperature rilevate dovunque, giorno per giorno. Questo valore continua a crescere. Dati e approfondimenti si possono trovare sul sito della NASA relativo all’osservazione della terra
Il riscaldamento non è uniforme, ma maggiore nelle zone artiche che nelle zone temperate. - Eventi estremi indotti dal riscaldamento; si possono avere ulteriori informazioni sul sito della National Geographic Society
- Tutta la problematica relativa ai mutamenti climatici si trova nei rapporti dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change). Questo è il più recente
- Essenzialmente si tratta dell’effetto serra cioè della progressiva opacizzazione dell’atmosfera nei confronti della radiazione infrarossa. L’energia in arrivo dal sole è sotto forma di radiazione emessa da un corpo la cui temperatura superficiale è di circa 5500 °C, mentre quella riemessa dalla superficie del nostro pianeta è quella di un corpo con una temperatura media (al netto dell’andamento crescente) dell’ordine di 15 °C. L’aria è trasparente a gran parte della radiazione solare, ma lo è molto di meno a quella riemessa da terra. Di conseguenza la temperatura vicino al suolo tende ad aumentare.
- L’effetto serra è dovuto ad alcuni dei componenti dell’atmosfera: in primo luogo all’anidride carbonica o diossido di carbonio (CO2); poi il metano (molto meno abbondante ma molto più impattante dal punto di vista dell’effetto serra); poi anche il vapore acqueo molto più abbondante e molto più impattante degli altri due, ma nello stesso tempo, molto più aleatorio nella sua presenza in quanto incluso nel ciclo dell’acqua (evaporazione, condensazione, precipitazione): agisce come aggravante dell’effetto serra in risposta all’incremento del medesimo.
Una descrizione molto semplificata dell’effetto serra si può trovare in questa pagina del sito della NASA - L’anidride carbonica nell’atmosfera continua ad aumentare. Nell’aprile 2022 si riscontravano 420,22 parti per milione contro le circa 250 del XVIII secolo. L’andamento delle misurazioni è reperibile in questa pagina del sito della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration)
Negli ultimi 800.000 anni prima della comparsa dei motori a combustione interna la presenza di CO2 in atmosfera non ha mai superato le 270 parti per milione. - L’incremento della CO2 in atmosfera è dovuto ai processi di combustione di combustibili fossili, alla deforestazione (piante e alberi fuori terra immagazzinano carbonio nei tessuti vegetali) e al consumo di suolo (che quando è coperto di vegetazione è, sotto la superficie, un magazzino vivente di carbonio).
- Il consumo di energia dell’umanità, tra la metà degli anni ’30 del secolo scorso e oggi, si è moltiplicato per circa 8. Circa l’84% dell’energia è ottenuto mediante processi di combustione da fossili e in parte da biomasse. Dati reperibili qui: https://ourworldindata.org/energy-production-consumption
- La produzione di calce (ingrediente base del cemento) a partire da carbonato di calcio reperibile in natura comporta il rilascio in atmosfera di poco più di 800 grammi di CO2 per kg di calce. Il processo avviene a temperature al di sopra di 800 °C per cui occorre un forte apporto di energia che a sua volta contribuisce all’emissione di anidride carbonica. In termini estremamente prudenziali si può dire che per ogni kg di cemento viene rilasciato più di un kg di CO2.
- Le “grandi opere” quali che ne sia la natura si basano generalmente su grandi e grandissimi cantieri e questi richiedono grandissime quantità di cemento per cui sono origine di altrettanto grandi emissioni di diossido di carbonio in atmosfera.
- Il grandissimo cantiere prospettato per la costruzione del tunnel internazionale a doppia canna tra Italia e Francia lungo l’asse Val di Susa – valle della Maurienne (57,5 km) immetterebbe in atmosfera, secondo i proponenti, circa 8 milioni di tonnellate di CO2 in 10 anni. Il dato si evince dal grafico reperibile a pag. 104 del quaderno n. 15 dell’Osservatorio sull’asse ferroviario Torino–Lione, reperibile qui: https://presidenza.governo.it/osservatorio_torino_lione/quaderni.html
Il grafico va traslato in avanti nel tempo di circa 8 anni dal momento che il cantiere non è ancora stato avviato (maggio 2022). - I proponenti affermano che col miglioramento del riparto modale (rapporto tra traffico merci sulla ferrovia e traffico merci sulla strada) conseguente all’entrata in funzione dell’opera (che dovrebbe essere l’intera linea, non il solo tunnel), la migliore efficienza della ferrovia (meno emissioni per km percorso e tonnellata trasportata) porterebbe a compensare le emissioni in eccesso in fase di cantiere in una dozzina di anni portando poi ad una riduzione netta rispetto alla situazione di partenza. In realtà se il presupposto (dei proponenti) è che il traffico complessivo continui ad aumentare, qualunque miglioramento dell’efficienza, dopo un transitorio iniziale, porta comunque ad un aumento delle emissioni. D’altra parte se il traffico complessivo non cresce rispetto ad oggi l’opera si traduce in un disastro economico, che, in forma di deficit crescente, si scarica sulle spalle della prossima generazione.