Testimonianza raccolta il 26 maggio 2021 in località Mulini, ai bordi del cantiere TAV
Franco ha voluto registrare il suo racconto ai Mulini dove è nato uno dei tanti presidi notav, presidio di resistenza e di lotta lambito da un cantiere che si allarga.
Franco parte dai Mulini per un viaggio a ritroso, un viaggio che lo riporterà ai Mulini e al suo imegno quotidiano.
Ha fatto il cameriere, l'operaio, ha lavorato poi nella grande distribuzione ed ora è in pensione. Non nasconde l’orgoglio per i tre figli, due già all’università, e per il loro impegno con i giovani notav.
Spiega la longevità del movimento notav risalendo alle lotte operaie che hanno sempre caratterizzato la Val di Susa, ma si spinge più in là ricordando le brigate partigiane. Esperienze che hanno lasciato segni profondi in valle.
Militante sindacale e militante del PCI: quello “serio” di una volta chi tiene a precisare, senza nascondersi le ombre.
Ha conosciuto il movimento nel 2005 e da allora non si è mai risparmiato. Riconosce il valore di tutte le iniziative di lotta del movimento ma attribuisce alla presenza fisica, all’esporsi in prima persona, il merito della longevità di un movimento che non molla. Racconta fatti e aneddoti da cui emerge quale sia la posta in palio.
La fiducia nei politici è, in generale, nulla; la fiducia nei legami tra i movimenti di lotta traspare con evidenza.
Non solo TAV in questi anni in Val di Susa, anche sostegno ai migranti che cercano un futuro oltre confine.
Un riferimento alla sconfitta di Allende viene rovesciato in un invito ad essere ottimisti
Franco è nato a Susa nel '55, oggi vive a Giaglione
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